Steve Lukather: un approfondimento stilistico
Lukather è sicuramente l’esponente più illustre di quella tipologia di chitarristi che uniscono la profonda abilità strumentale e l’estrema musicalità con la capacità di porsi sempre al servizio della musica, dei contesti e degli artisti con i quali collaborano. Ha registrato centinaia e centinaia di dischi contribuendo a fissare il gusto e lo standard professionale della chitarra rock e pop degli ultimi trent’anni.
Steve cita tra le sue influenze principali Jimi Hendrix, Jeff Beck, Jay Graydon e Larry Carlton (col quale per altro ha registrato il disco No Substitution vincitore di un Grammy nel 2001), basando il suo solismo su di un utilizzo avanzato e creativo della scala pentatonica che arricchisce con passaggi cromatici o note aggiunte che ne enfatizzano il colore modale. Vediamo qualche frase tipica per isolare alcuni tratti caratteristici del suo stile (Grazie a Matteo Procopio che ha suonato gli esempio che io ho scritto e alla redazione di MusicOff che ha pubblicato l'articolo).
Esempio n.1 Vibrato e blues
Spesso ciò che distingue una frase blues da una frase rock risiede nel vibrato aggressivo e nella velocità d’esecuzione, fondamentali nei quali Steve è un vero e proprio maestro. Nell’esempio n.1 possiamo ascoltare una tipica frase dal sapore bluesy da eseguire ad alta velocità e con la giusta dose di cattiveria.
Esempio rallentato
Esempio n.2 Cromatismi
L’esempio n.2 che si ispira ad una tipica frase lukatheriana tratta dal solo finale dell’arcinoto brano Rosanna dei Toto, dimostra un uso sapiente di arpeggi, plettrata alternata e passaggi cromatici. La frase si apre con uno slide verso la terza dell’arpeggio di Fa maggiore suonato plettrando tutto verso il basso per poi discendere con uno schema ritmico-melodico che Luke utilizza spesso, sulla scala di Sol minore dorica. Nella seconda misura si può notare un dispositivo cromatico tipicamente jazzistico che passa per le note non diatoniche di La bemolle e Si naturale.
Esempio rallentato
Esempio n.3 Bending
Lukather ha un bending estremamente preciso e nel terzo esempio vediamo un lick nel quale questa tecnica viene utilizzata in maniera molto varia per escursioni che vanno dal semitono a due toni interi (terza maggiore).
Esempio n.4 Slide
Un’altra caratteristica di Steve è quella di avere una straordinaria visualizzazione orizzontale delle scale che gli permette di muoversi con disinvoltura su tutto il manico. Nella frase n.4 i box della scala pentatonica maggiore di Re vengono collegati orizzontalmente utilizzando le tecniche dello slide e dei legati nel suo stile tipico.
Esempio rallentato
Esempio.5 Pedal tones
Un marchio di fabbrica di Lukather è l’utilizzo melodico di note pedale. Questa tecnica estremamente popolare nella musica classica barocca, viene applicata in maniera molto musicale per interrompere la linearità scalare. Nella frase in questione la nota Si viene alternata ad una linea melodica in Sol maggiore.
Steve Lukather è un sopraffino solista, dotato di un linguaggio melodico sviluppatissimo dove le inflessioni blues si mischiano alla competenza jazzistica per creare frasi uniche e mai banali, ma ho tralasciato per ragioni di spazio le sue interessantissime peculiarità di chitarrista ritmico che consiglio a tutti di approfondire e studiare a fondo. Buon lavoro!
Luke’s Sound
Il suono di Lukather è un vero e proprio marchio di fabbrica. Il modello di chitarra che da alcuni anni la Music Man gli ha dedicato, la Luke, è entrato a pieno titolo tra gli strumenti più amati dai chitarristi mentre come amplificatori ha utilizzato nel corso della sua carriera moltissimi modelli differenti, dai Marshall e Fender modificati fino a Mesa, Soldano, Rocktron e Bogner. Per quanto riguarda l’effettistica nel suo complesso sistema a rack, relativamente semplificato negli ultimi anni, spiccano alcuni storici delay, reverberi e chorus come il TC Electronics 2290, il Lexicon PCM 70 e l’Ibanez SRV 1000.